Sei dominante o recessivo?
Qual’è il tuo status sociale?
In tutti i gruppi sociali lo status, il prestigio, la stima e l’onore vengono conferiti alle persone in maniera diversa e le gerarchie di dominanza si formano velocemente.
Studi sui grilli dimostrano che gli animali ricordano i loro successi e le loro sconfitte avvenute nei combattimenti con i conspecifici e se un grillo vince molti scontri diventa particolarmente aggressivo nei combattimenti successivi se invece continua a perdere diventa remissivo. E’ come se ciascun grillo facesse una stima della propria capacità di combattimento rispetto agli altri determinando così una gerarchia di dominanza; dal più forte e stimato al più debole e relegato.
I grilli maschi vittoriosi sono anche quelli che ricercano maggiormente i rapporti sessuali con le femmine e ottengono maggiori possibilità di accoppiamento (Alexander, 1961).
Secondo lo psicologo evoluzionista Paul Gilbert (2000) questo fenomeno accade anche per gli esseri umani tant’è che il concetto chiave di potenziale capacità di ottenere dei successi nella vita, deriva dalla valutazione che ciascuno ha di Sé stesso rispetto agli altri.
La teoria evoluzionistica sostiene che un animale può attaccare l’altro se percepisce di avere una valutazione di Sé superiore oppure può fuggire se percepisce di essere inferiore all’altro o può sottomettersi se ritiene l’altro superiore.
Tuttavia, è utile comprendere che la dominanza non è la caratteristica di un individuo ma piuttosto la descrizione della relazione tra due o più individui e secondo questa teoria gli esseri umani sono in continua competizione tra loro; ciascuno cerca attenzione, valutazione positiva e riconoscimento da parte degli altri.
Gli esseri umani si sono evoluti in gruppi e hanno avuto bisogno degli altri per sopravvivere e riprodursi, questo ha favorito la motivazione a cercare compagnia e a sviluppare legami sociali.
Quando una persona riceve attenzione dagli altri, il suo status sociale aumenta e ne risente il suo tono dell’umore, la sua determinazione, il suo comportamento, la sua capacità di riuscita e persino la sua postura, la sua velocità di camminata e l’espressione del suo volto.
I soggetti ignorati invece, essendo relegati a uno status di bassa posizione, manifestano più facilmente un tono dell’umore più basso, spesso alterato da emozioni negative come rabbia, invidia, ansia e vergogna. E le loro possibilità di scelta si orientano più verso l’evitamento o la sottomissione con conseguente maggiore frustrazione e minore possibilità di riuscita.
Ma perché si tende ad assegnare importanza a qualcuno e a ignorare invece un altro?
Sulla base di che cosa si attribuisce importanza all’altro?
Siamo sicuri che lo status che attribuiamo ad una persona riconosca davvero le sue doti?
Gli esseri umani elargiscono attenzione a coloro che svolgono una funzione apprezzata e utile ai propri fini, ecco perché è più facile attribuire valore e status ad un medico piuttosto che ad una signora delle pulizie.
Quindi… la risposta ai quesiti sopra… è ovvia!
Pur riconoscendo fondamentale il bisogno di essere accettati dagli altri, la stima e il valore che ci viene attribuito dipende anche dalla stima e dal prestigio che noi attribuiamo a noi stessi, un po’ come accade per i grilli; più riconosciamo il nostro valore maggiori sono le nostre possibilità di riuscita e maggiore è di conseguenza il prestigio e il valore al nostro status sociale. E’ un meccanismo circolare che si alimenta e si influenza a vicenda.
Alla luce di questa teoria evoluzionistica e della dinamica per cui si tende a conferire importanza ad una persona piuttosto che ad un'altra, alimentiamo la nostra autostima e riflettiamo sulla citazione di Darwin…
“Non è la specie più forte a sopravvivere… e nemmeno la più intelligente
Sopravvive la specie più predisposta al cambiamento”
Dott.ssa Nadia Grotto
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