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  • nadiagrotto

POSSESSIVO o POSSEDUTO?

“.. se parlo con un altro/a.. il mio amico/a se la prende.. si risente… si scoccia.. vedo la sua espressione che cambia…

Ti è mai capitato di avvertire una certa riluttanza nell’amica/o che frequenti abitualmente se vede che tu parli con un’altra?

E Tu.. come ti comporti?

Pensi di essere possessivo o"posseduto”?




La possessività è fisiologica nel bambino quando ancora insicuro ha bisogno della madre, del suo affetto, delle sue attenzioni e in virtù di questo vuole possederla, vuole averla tutta per sé.

Il distacco dalla mamma raggiunto attraverso una crescita fisiologica funzionale permette di sviluppare relazioni adulte di scambio, di reciprocità e di affetto coerenti con la percezione di un confine tra “Sé” e “l’Altro”; espressione di libertà e autonomia di entrambi.

Quando in un rapporto adulto persiste il bisogno di possedere tutte le attenzioni dell’altro si è difronte a una condizione patologica che travisa il piacere e l’utilità del rapporto stesso e che trasforma questo rapporto in una dinamica di possesso, di dipendenza senza la quale, chi ha bisogno di possedere, avverte un profondo senso di smarrimento, un dolore simile a quello del tradimento subito.

Il bisogno di controllare l’altro e renderlo “proprio” è espressione di una profonda insicurezza relazionale, è bisogno continuo di rassicurazione, di accettazione e di appagamento di molte carenze affettive derivanti in parte dal passato, carenze che comunque non verranno mai soddisfatte neanche attraverso questo impellente fagocitare l’altro.

Solitamente i possessivi sono persone che riescono a manipolare le persone gentili e affabili, quelle che più facilmente si prestano ad essere disponibili, chi con facile accondiscendenza offre il proprio aiuto, ascolto tralasciando la tendenza ad essere critici ed oppositivi.

L’amico possessivo ci si avvicina spesso approfittando della fiducia data, criticando chi ci giudica , usando piccoli e sporadici gesti di bontà per accaparrarsi il nostro consenso, appellandosi al nostro passato come strategia di ricatto, umiliando e screditando le altre persone affinchè limitino la loro frequenza, manipolando le nostre scelte in virtù del bene che ci unisce. Spesso reagiscono in modo emotivo drammatico e fanno fatica ad aprirsi ad un confronto diretto perché questo limita il loro bisogno narcisistico di essere “al centro” dell’attenzione.

Il possesso è qualcosa che invade totalmente fino a togliere la libertà e l’autenticità di essere Sé stessi.

La persona che si sente “posseduta” avverte una netta sensazione di soffocamento, oppressione, invadenza e incontra spesso una agguerrita difficoltà nel riuscire a staccarsi; questa figura di legame ha spesso radici ben fondate, sono rapporti che durano da anni o legami di lavoro o di collaborazione, talvolta sono legami di parentela.

La vera amicizia, l’amicizia sana, il rapporto funzionale è quello che dona ali per muoversi, fà star bene, arricchisce e invoglia a stare con l’altro, non impedisce di crescere, di respirare, di muoversi o agire… è quello che alimenta e porta con noi l’equilibrio e il piacere di essere stessi… in rapporto con l’Altro.


“… all’inizio di una relazione le persone possessive soddisfano tutti i bisogni materiali o emotivi della nostra amicizia… in cambio ci chiedono di non cercare altre fonti di soddisfazione all’infuori di loro…”

(Samuel Merlano)

Dott.ssa Nadia Grotto

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