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  • Immagine del redattoreDott.ssa Nadia Grotto

LE FESTE NATALIZIE

Aggiornamento: 15 gen 2019


Natale… Capodanno… luci… doni… decorazioni… shopping... aria di festa!

Ma tu sei felice? Ti senti in clima di festa? Sei circondato da persone care?

Le feste natalizie sono il periodo dell’anno che più di altri mettono alla dura prova la nostra “solitudine”, ci mettono allo scoperto.

Eppure sono dette “feste” e per antonomasia del termine dovrebbero rappresentare momenti di gioia, di felicità, di appagamento.

Tuttavia, spesso fanno emergere in modo quasi sacrilego le nostre sofferte solitudini, quelle che in molti altri momenti dell’anno riusciamo a tenere bardate, nascoste spesso negate perché il sentirsi “soli” è dilaniante!

Il Natale è la festa che per eccellenza, dai tempi dei tempi, da quando eravamo “piccoli” rappresenta la sacra festa della famiglia, la festa del ritrovo attorno al focolare domestico, il conviviale momento di condivisione e gioia con i familiari che ci accompagnano, momento di scambio, di dono e di affetto con i nostri legami importanti.

Un tempo, quando eravamo piccoli, c’erano i preparativi che accendevano i nostri cuori; l’albero, i decori, il presepe, le casette di carta create per addobbarlo, le recite a scuola e la poesia della maestra e assieme ai genitori e ai fratelli o alle sorelle c’era l’attesa del grande giorno.

E poi… finalmente… ecco la mattina di Natale; il giorno che avevamo tanto atteso, con i regali, gli auguri, i baci e gli abbracci di mamma e papà e la tavola imbandita a festa con i tanti dolci, con il brodo della nonna e i piatti prelibati e i parenti che in molti arrivavano per gli auguri.

E noi, imbellettati nel nostro vestito da festa, recitavamo le poesie che tutti si aspettavano e ci sentiamo importanti perchè eravamo al centro dell’attenzione.

Era davvero un “giorno speciale”

Ma non sempre è così

E ora?

Ora siamo “grandi”

Spesso… soli

Talvolta davvero “soli” anche se ufficialmente abbiamo moglie e marito o compagno/a e figli

E questa solitudine è pesante come non mai

Il pranzo e il cenone organizzato dai parenti sono spesso percepiti come un incontro obbligato, sancito da un dovere istituzionale quasi da un dover esserci perché così fan tutti, perché così vogliono gli altri.

E ci si sente un po' come recita la canzone di Finardi...

“Mi sento solo in mezzo alla gente… osservo tutto ma non tocco niente… mi sento strano e poco importante.. quasi fossi trasparente… “

Fortunatamente o sfortunatamente ci stà “Whatsapp” che con i suoi mille messaggi tempesta questi giorni e ci fa sentire meno soli, mera illusione che anche solo per un attimo “qualcuno ci pensa”

Il messaggio è magari soltanto il “copia incolla” di quel amico che esiste solo virtualmente, che mai ci chiama e che nulla sà di noi, è pura figura virtuale dei giorni di festa.

E allora perchè spesso quando siamo “grandi” il Natale ci rende tristi?

Perchè richiama il nostro bisogno di affetto e di protezione!

Perchè riaccende in noi il bisogno di accudimento!

Perchè risveglia un bisogno innato, esplicito e che appartiene a tutti gli esseri animali, compreso l’uomo, di essere protetti, accuditi e amati (Bolwby)

Nel famoso esperimento di Harlow, le scimmie mostravano di preferire una madre fantoccio ricoperta di morbida stoffa pelosa piuttosto della madre fantoccio di metallo e che distribuiva cibo

“…. L’attaccamento è parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba…” (Bolwby, 1982)

Quindi… prendiamoci cura di noi...


Dott.ssa Nadia Grotto




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