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LA RESISTENZA AL CAMBIAMENTO


Sei soddisfatto della tua Vita? O vorresti cambiare qualcosa? Qualcosa ti stà stretto.. qualcosa ti opprime.. o ti limita.. e ti fa soffrire?
Resistenza al Cambiamento

Molto spesso viviamo situazioni limite, vissuti sofferti e condizioni che possono essere equiparate a forme di restrizione, a forme di ingiustificata punizione, a limitatezze simili a prigionie e pur avendo tutto il bisogno e la ragione per volerne uscire, per quanto forte sia il nostro bisogno di cambiare, non siamo in grado di affrontarle. Talvolta è per una situazione lavorativa insopportabile o una relazione senza futuro o una condizione di rapporto che ci limita o ci soffoca, situazioni che condizionano quotidianamente il nostro sentire e la nostra vita e ci mantengono in quella definita da molti “zona confort”… ma il cui termine più appropriato è “zona stagno”. Cambiare fa paura, è come compiere un salto nel buio, è un “rischiare”.. è come un lancio nel vuoto, in ciò che ancora non conosciamo e questo richiede molto più del solo coraggio. Da un lato avvertiamo la paura di non farcela, di non tollerare l’idea di un possibile fallimento e di non poter tornare indietro sulle nostre scelte. In fondo si tratterebbe di lasciare ciò che ci è familiare, che ci sembra sicuro e di abbandonarci a uno scenario incerto e che non conosciamo. Dall’altro però è un sintonizzarci con un sentimento ancora peggiore come la sconfitta emotiva, la rinuncia a migliorare, la rinuncia alla libertà di essere quel che vorremmo, succubi dell’idea che il cambiamento sia fuori dal nostro controllo, dalla nostra portata, dalla nostra responsabilità. Una vecchia storia racconta di un mulo che ogni giorno attraversava lo stesso sentiero all’interno di un bosco per portare il proprio carico. Una notte, a seguito di un forte temporale, un grande albero cadde e chiuse il passaggio del sentiero che normalmente veniva percorso dal mulo. La mattina successiva, imbattendosi nell’albero scardinato, il mulo si fermò e, con il carico sulle spalle, cercò disperatamente di superarlo, di scavalcarlo, di passarci sotto, di spostarlo a testate sempre più forti finchè si ruppe la testa e morì ripetendo che quel tronco non doveva essere lì. Questa tragica fine poteva essere evitata se solo avesse aggirato il tronco e cercato un altro percorso; il bosco, come la Vita, è grande, è vasto e ricco di ampie possibilità di percorso. A tutti succede che nel proprio ambito personale o in quello lavorativo, replichiamo schemi e soluzioni solo perché hanno funzionato in passato o solo perché riteniamo siano gli unici che sappiamo fare ma spesso lo facciamo per automatismo e si insiste nel proseguire a fare qualcosa anche quando questa non funziona, soltanto perchè frutto dei nostri schemi mentali “stagno”. La resistenza al cambiamento rappresenta uno dei tratti più caratteristici del genere umano e non è correlata a scarsa intelligenza; spesso sono persone capaci ma rigorosamente ancorare ai propri schemi mentali di abitudine o vago successo passato, schemi che fungono da “ancore”. Poi però ci capitano delle situazioni che ci mettono sull’orlo del precipizio, costringendoci a percepire qualcosa di diverso rispetto al passato ed è lì che ci rendiamo conto di dover far qualcosa, lo stagno non fa più per noi. La natura ci insegna che tutto è mutevole, che tutto evolve e, attraverso la gestione delle emozioni è possibile affrontare il cambiamento e non subirlo. Come diceva Darwin.. “Non è la specie più forte a sopravvivere, nemmeno la più intelligente. Sopravvive la specie più predisposta al cambiamento…”

Ricorda... gli altri non li puoi cambiare. Ma tu sì! L’unica persona sulla quale puoi agire… se pur con difficoltà… sei Tu!


Dott.ssa Nadia Grotto

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