“Nel mezzo del cammin di nostra vita… mi ritrovai in una selva oscura… che la diritta via era smarrita “
(Dante, Divina Commedia, Inferno, canto I, vers. 1-3)
I 50 anni… l’età dei bilanci!
Secondo Erikson, uno degli autori che forse più di altri ha approfondito lo sviluppo sociale delle persone nell’arco della vita, conferma la convinzione che i 50 anni corrispondano ad uno dei traguardi più significativi, la percezione di un “bilancio” della propria vita.
Lo sviluppo sociale di ciascuno di noi inizia dalla nascita e prosegue sino alla vecchiaia e nasce dalla relazione che l’individuo ha con l’ambiente che lo circonda. A seconda delle proprie predisposizioni, delle proprie risorse e degli stimoli ricevuti, la persona affronta le varie tappe di crescita e soltanto quando riesce ad affrontare e superare una tappa può accedere a quella successiva con successo.
Nell’età adulta, dai 25 ai e 40 anni si avverte in modo particolare il desiderio di “creare”; da un punto di vista familiare costruire progetti di relazione duratura, mettere al mondo dei figli, creare progetti sul piano lavorativo, realizzare la propria professione con successo, sentirsi utili, accettati e valorizzati e capaci di creare continue relazioni sociali soddisfacenti.
Questa fascia di crescita può essere rappresentata da una linea continua che oscilla dalla soddisfazione di sentirsi pienamente creativi e capaci alla sensazione opposta e insoddisfacente di essere incapaci e imprigionati in una forma di “stagnazione”, di non riuscita, di fallimento.
Dai 40 anni in poi si giunge all’età matura che attorno ai 50-60 anni corrisponde a quella che viene definita “età dei bilanci”
E’ il momento in cui spesso ci si chiede…“ Che cosa ho fatto nella mia vita?”
Il nostro corpo stà cambiando e il tempo e le energie rimanenti sono minori di quelle già spese per cui viene a diminuire la progettualità, la sensazione di non avere poi così tanto tempo a disposizione e spesso i pensieri vengono assorbiti da riflessioni sul passato, da quello che si è riusciti a fare, da ciò che si è dato, da quel che si è ricevuto e da quanto abbiamo fatto senza ritorno.
Affinchè questa fase non degeneri in un sentimento di decadimento per tutto ciò che non si è potuto realizzare, è importante valorizzare ciò che comunque si è riusciti a realizzare, attribuendo valore al presente in virtù dell’esperienza passata; una visione di saggezza dei risultati ottenuti, quasi un modo di capitalizzare i risultati raggiunti.
Nel mezzo del cammin di nostra vita... in questi 50 anni tanto speciali... prende il sopravvento il dominio di Sé…
… è il momento della scoperta dell’amore per Sé
“Cosa cerchi?
Cerco un attimo che valga una Vita… “
(Casanova)
Dott.ssa Nadia Grotto
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