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  • nadiagrotto

Guardami negli occhi…

Non mentire… te lo leggo negli occhi!



Della luce non sapremmo che farne… se non avessimo occhi che la catturano… convertono in messaggi e li interpretano. E i nostri occhi comunicano molto più di quello che possiamo immaginare.

Nel buio pesto non è facile farsi un’idea di che cosa ci circonda, né di ciò che ci accade attorno. Ci sono suoni e rumori ma non trasmettono immagini reali di ciò che percepiamo. Nemmeno gli odori o il tocco di certe superfici sulla pelle ci dice più di tanto dell’ambiente con cui siamo a contatto.

Non a caso la paura del buio è una delle più ancestrali, per sentirci sicuri e a nostro agio abbiamo bisogno di vedere, di avere immagini definite, di informazioni chiare, rapide e per farlo abbiamo bisogno di luce e dei nostri occhi.

Quando si sente minacciata da qualche uccello la Fulgora Laternaria, piccolo insetto di appena 10 cm, apre le sue ali mettendo in evidenza due spaventosi occhi gialli che sembrano quelli di un temuto predatore naturale.

L’importanza degli occhi nella comunicazione sociale è riflessa dall’acuta sensibilità umana alla direzione dello sguardo.

Vi siete mai chiesti perché fà la differenza che una persona vi guardi dritto negli occhi mentre parlate piuttosto che con occhi spostati a una visione laterale?

Ebbene… grazie ad alcuni neuroni presenti nel nostro cervello, quando l’altro ci guarda, riusciamo a connetterci, a creare un legame, un collegamento diretto, una “sintonia” comunicativa, un canale “speciale” in grado di farci percepire e trasmettere emozioni.

E’ stato inoltre dimostrato che lo sguardo diretto di un individuo percepito come attraente attiva le aree cerebrali legate alle aspettative di ricompensa, ecco spiegata la ragione per cui lo sguardo diretto ha un valore aggiuntivo, crea un contatto sociale che può risultare un chiaro terreno di relazione futura. La cosa non accade se l’individuo che ci stà guardando non ci attrae.

Anche la dimensione delle pupille ha il suo significato.

Nel Medioevo, le cortigiane usavano una soluzione diluita di veleno di belladonna (l’atropina attualmente utilizzata come farmaco) per dilatare le proprie pupille e apparire così più desiderabili.

Negli anni sessanta Hess, professore di psicologia all’Università di Chicago, attraverso una serie di esperimenti, dimostrò come la dimensione delle pupille sia indicativa e suscettibile del piacere percepito dalla visione di un’immagine.

Le pupille tendono a dilatarsi in condizioni di elevato interesse, non si dilatano quando l’immagine non è di nostro gradimento.

Quindi… gentili signore… se l’uomo che avete di fronte vi corteggia con eloqui e complimenti ed espressioni di magnificenza ma le sue pupille non sono dilatate… con molta probabilità, vi stà mentendo.

Invito inoltre gli uomini a considerare che uno dei pochi segni visibili dell’avvenuto orgasmo femminile è la dilatazione delle pupille della donna. Se le sue pupille non sono dilatate… ha finto l’orgasmo!


“Di occhi belli ne è pieno il mondo ma di occhi che ti guardano con sincerità e amore ce ne sono pochi” (Bob Marley)


Dott.ssa Nadia Grotto

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